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Boadilla del camino - Carrion de los Condes

  • pasoapaso6
  • 15 set 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Quindicesima tappa Io, V. ed R. insieme alla magnifica N. (Il cane di V.) partiremo insieme. Per la prima volta, e per alcuni giorni a venire, sperimenterò cosa significa camminare con qualcun altro per intere giornate. Con i suoi pro ed i suoi contro. La tappa non é particolarmente bella. La maggior parte, infatti, costeggia la strada asfaltata. Fino agli ultimi km il tempo è stato abbastanza clemente, nonostante il vento ci abbia accompagnato per la maggior parte del cammino. Poi una pioggerellina di quelle leggere, ma a lungo andare fastidiosa, ci accompagnerà fino alla fine della tappa. È stata una giornata di chiacchiere e risate, di conoscenza e pensieri. Ed il tempo, almeno inizialmente, non ha influito sul nostro umore. Tanto che, ad un paio di km da Carrion, ci metteremo a cantare tutte e 3 insieme. E proprio quando intoneremo per l'ennesima volta "Bella Ciao", una voce maschile si unirà al nostro coro. Ci guardiamo entusiaste e girandoci urliamo: "Italianoooo?!?!". Ebbene no. È C., tedesco. Un tedesco che conosce bella ciao? Come è possibile? Ci racconta che è il secondo anno che fa un pezzo di cammino. L'anno scorso ha fatto sjpdp - Burgos, e nel tragitto ha conosciuto un gruppo di italiani che gli ha insegnato "Bella ciao". Cavolo, da come la conosce bene sembrava proprio italiano! Ci complimentiamo con lui, che deciderà di unirsi alla strana combriccola. Arrivati alla tappa gireremo come trottole per trovar da dormire, inizialmente senza successo. E con un perro (cane) è ancora più difficile. Incontreremo un'altra ragazza alla ricerca di un posto per dormire come noi, S., australiana. Ci fermeremo in un albergue parrocchiale, che ci dirà di avere un solo posto. Noi, vedendo V. particolarmente in crisi, cercheremo di far rimanere lei con N. La suora ci tratterà particolarmente male, cosa che non credevo possibile, e non accetterà V. all'interno dell'albergue. I cani non sono visti di buon occhio. Facciamo presente a S. che hanno un posto letto se vuole rimanere, ma anche lei, data la precedente poca ospitalità, rifiuterà, aggregandosi a noi. Dopo mille giri, esausti, ci viene indicato un albergue in cima al paese, un po' più caro, all'interno di un ex convento. Qui possiamo soggiornare noi (ogni persona nella sua piccola stanza), ma come al solito non accettano cani. Fortunatamente, in paese, esiste un campeggio, e V. ha la tenda (faceva parte del gruppo che di solito dormiva all'aperto). Alla fine ci divideremo, ma solo per la notte. Ceneremo tutti insieme presso il bar del campeggio. E, nonostante i brutti episodi, canteremo allegramente. Una delle scene che non dimenticherò mai è la discesa per tornare al campeggio da V. dopo una doccia rigenerante, mentre io, l'italiana R., il tedesco C. e l'australiana S. intoneremo insieme "Happy". Ed è solo l'inizio di alcuni giorni di gruppo dove non faremo altro che ridere, cantare e ballare. Che bellezza!

 
 
 

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