Hontanas - Boadilla del Camino
- pasoapaso6
- 14 set 2017
- Tempo di lettura: 2 min

Quattordicesima tappa Capita, di notte, mentre non riesci a dormire ed il roncador di turno ti fa compagnia, di dover andare in bagno. E la situazione si complica se, come al solito, ti é toccato il letto sopra. Se poi ci aggiungi il buio e le scalette attaccate al muro (e particolarmente strane) del suddetto letto, la formula, con un'imbranata come la sottoscritta, è presto detta. Un volo da premio oscar alle 3 di notte. E siccome sono leggiadra come un elefante in una cristalleria, nel capitombolo sono riuscita a rompere un povero panchetto di legno finito nella mia traiettoria. Ovviamente ho svegliato la maggior parte della camerata. Niente da fare, per le figur di merda sono spesso in prima linea! Per la prima volta spengerò la sveglia senza alzarmi. Data la giornata precedente e il "volo dell'angelo" in nottata decido di prendermela comoda, tanto che saró una delle ultime a partire. Al piano di sotto trovo I. e un'altra ragazza. Gli racconto l'accaduto dopo aver lasciato un biglietto di scuse agli hospitaleros e qualche soldo per il panchetto. Come chiaro che sia iniziano a ridere senza possibilità di fermarsi, tanto da riuscire a contagiarmi. Ahimè gli scarponi non sono riusciti ad asciugarsi, così fino a Castrojeriz camminerò per la prima (e unica) volta con calzini e sandali. Alla tedesca, per intendersi. Partirò con I., e sarà un'esperienza da ricordare per il non capirsi (molto spesso) e le tante risate fatte insieme (tanto da aver spesso le lacrime agli occhi). Arrivate a Castrojeriz, dopo una bella colazione, io proseguirò il cammino mentre lei si fermerà. Non ci rivedremo più, ma ci sentiremo spesso. Solo più tardi scoprirò che si portava uno zaino di 13 kg. Matta! La tappa si rivela tranquilla. Arrivata al paese prima di quello da me deciso come tappa giornaliera, incontrerò S. in compagnia di V. ragazza toscana che abita a Roma, con il cane N. Dopo una brevissima sosta, decido di proseguire. V. si unirà a me. Insieme percorreremo 6-7 km aprendoci l'un l'altra come (almeno io) ancora non avevo fatto con nessuno. A volte è proprio vero, è più facile parlare con una persona sconosciuta che con chi conosciamo da una vita. Ed è stato davvero semplice confidarsi. Arrivate a Boadilla, paese sperduto e inabitato, troveremo fortunatamente un albergue aperto, unico locale "animato". E qui, tra i tanti pellegrini (ci accoglieranno nonostante siano pieni con due materassi accanto al camino e accoglieranno anche il cane, cosa che non tutti gli hospitalero fanno, tanto che V. affermerà che le porto fortuna) troveremo R., e ceneremo insieme. Una delle più buone cene fatte sul cammino! E in buona compagnia.
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