San Juan de Ortega - Burgos
- pasoapaso6
- 12 set 2017
- Tempo di lettura: 3 min
Dodicesima tappa

La bellezza del partire di notte è il cielo stellato. Oggi, lontano dall'inquinamento luminoso delle cittadine più grandi, è ancora più bello del solito.
Alla partenza decido di rallentare un po'. Il mio "trucco" in notturna per esser più tranquilla è avere sempre qualcuno davanti e qualcuno dietro, così da ridurre il rischio di sbagliare strada. Con la sola luce della frontale, infatti, le possibilità aumentano notevolmente.
Inizierò a camminare con un gruppetto di italiani che si sono incontrati ed uniti solo ieri, e percorrerò qualche km con loro, fino alla prima locanda aperta per poter fare colazione. Colazione che mi rigenera, dato il poco cibo ingerito il giorno precedente. Ormai mi sono abituata a partire senza aver mangiato nulla, così da non avere pesi sullo stomaco per i primi km.
Il tratto giornaliero non si rivelerà impegnativo nel dislivello ma lungo (poco più di 27 km). A circa 6 km da san juan il sentiero sale fino alla Sierra de Atapuerca, dove si può osservare la piana di Burgos e, in lontananza, le torri della cattedrale. Come qualsiasi pellegrino impara già dalle prime tappe, le distanze visive sembrano sempre più corte di quelle effettive. Il tratto "infinito" si rivelerà quello che prima costeggia l'aeroporto e poi, grazie ad una deviazione, affiancherà il Rio Arlanzón entrando nel parco cittadino.
Arrivata in centro mi guardo un attimo intorno, alla ricerca dell'albergue municipale. Un gruppo di ragazzine si ferma per chiedermi se ho bisogno di informazioni, ma alla domanda di dove si trovi l'albergue, mi rispondono che non ne hanno idea. Seguo le indicazioni per la cattedrale e lì vicino trovo una fila di pellegrini in attesa. Sono arrivata!
L'albergue si rivela grande e su diversi piani. Qui incontrerò molti pellegrini già incontrati le tappe precedenti. Ormai è come facessimo parte di un'unica grande famiglia. Burgos è pur sempre una tappa che non puoi "saltare", anche perché la cittadina si rivela molto bella.
Dopo la registrazione (ed una doccia) uscirò alla ricerca di qualcosa da mangiare. E quasi subito i miei occhi incroceranno un ristorante particolare. "La Mafia". No, non ci siamo proprio. Decido di entrare a vedere la cattedrale, e poi pormi il problema del cibo.
La stanchezza della tappa si fa sentire, così torno verso l'albergue. Qui incontro S., per l'ennesima volta, che parla con un altro pellegrino, e decido di fare un giro in compagnia. Insieme troveremo un supermarket, comprando qualcosa da dividere per il mattino successivo. Tornati verso l'albergue ci fermiamo fuori su dei gradini accanto al bar provvisto di wifi.
Ci passerò delle ore seduta lì, circondata da pellegrini conosciuti o che inizierò a conoscere. Arriverà C., una giovane ragazza italiana, triste di aver dovuto abbandonare il suo gruppo per il rientro in patria. Ha l'aereo il giorno dopo, e l'inizio della 5a superiore è imminente, non può più continuare, anche se lo vorrebbe con tutta se stessa, soprattutto per le bellissime persone conosciute con cui stava camminando. Poco dopo arriveranno i 3 ragazzi che ho "aiutato" ieri sera, con N. il bellissimo cane di V. Si fermeranno a chiacchierare con noi. Poi si unirà anche un'altra combriccola, formata da una ragazza e 3 ragazzi, sempre italiani. Ma siamo in Spagna o in Italia?
Qui, oltre alla scelta che si è poi rivelata sbagliata per la cena di farci recapitare qualcosa a domicilio (non mangiavo dalla mattina e non mangerò fino alla mattina successiva, visto l'hospitalero ci dirà l'indirizzo sbagliato), mi capiterà un fatto buffo ed imbarazzate. Parlando di fotografia, F. mi dirà di aver spedito a casa la sua reflex, visto il peso complessivo di 3 kg circa. "Però", mi dice, "puoi vedere le mie foto su instagram". Al che gli passo il telefono, per immettere il suo nickname. E qui avrei voluto quasi sotterrarmi. Scopriamo che già lo seguivo! Che cosa strana!
Mi guardo intorno. Sono sicura che, se non fossimo tutti pellegrini, con alcuni di loro difficilmente ci avrei scambiato quattro parole. Il bello del cammino è anche questo, l'abbandono dei pregiudizi e degli schemi mentali, una mente aperta ed un cuore pronto ad accogliere chiunque. Anche chi, apparentemente, sembra essere anni luce da noi.
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