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Matiz

  • pasoapaso6
  • 3 feb 2017
  • Tempo di lettura: 4 min

Matiz, sloveno.

Come tutti mi sei passato accanto dicendomi "hola" e "buen camino". Io, peró, avevo le cuffie nelle orecchie, e non ho capito subito cosa mi avevi detto. Da lì, da un semplice saluto non recepito, abbiamo iniziato a parlare, andando subito al "perché fai il cammino". E la risposta è stata la medesima. Ed è stato facile, parlar con te. Fino alla salita. Io, infatti, in salita arranco. Te, invece, andavi spedito. Ho creduto di aver già perso l'occasione di veder ancora quegli occhi color cioccolato, così caldi e rassicuranti. Ognuno ha il suo passo, alla fine. Ed è anche giusto così. Poi, però, mi hai sorpreso. Ti sei fermato a bere e mangiare in cima alla salita, e ti ho raggiunto. Poco dopo di me, purtroppo, é arrivata una ragazza che ti ha salutato con entusiasmo chiedendoti di altre persone. Credendo tu fossi con lei, mi son un attimo demoralizzata. C'é stato uno scambio di sguardi ed un sorriso, tra di noi, poi sei ripartito. Da solo. Al che mi son detta "ogni lasciata è persa" e mi son messa al tuo inseguimento. Come una Stalker. Non riuscendo, ahimè, a tenere il passo. Te, non te ne sei reso conto, inizialmente. Dopo qualche km, però, ti sei girato. E mi hai visto. Non so, forse la voglia di parlare, forse dovevi davvero fare streching, fatto sta che praticamente ci siamo ritrovati di nuovo accanto. E da lì abbiamo fatto più di 10 km insieme, discorrendo di tantissime cose. Io sempre con il mio inglese arrabattato, tu con il tuo buon livello. E, quando non mi venivano le parole, tentavi di indovinare cosa volessi dire. Vivi a lubiana, non hai famiglia, ti è rimasta solo una zia (che, come mia nonna, ti ha dato del pazzo), e lavori nel sociale, in special modo con i migranti (anche se, hai affermato, é più che altro lavoro d'ufficio). Quando torni, mi hai detto, vorresti diventare insegnante, avere un maggior contatto con le persone, fare qualcosa che non sia per la maggior parte del tempo compilare dei moduli di richiesta. Non volevi fare l'assistente sociale, ma ti ci sei ritrovato non essendoci altro lavoro disponibile dopo aver fatto sociologia. Mi hai raccontato di esser partito sabato, ed aver fatto circa 30/40 km a tappa perché a fine mese hai l'aereo. Hai paura, sennò, di non riuscire ad arrivare a Santiago. Su 5 notti ne hai dormite 4 fuori. La più bella è stata in cima al monte a 1400 mt, tra Saint Jean e Roncisvalle, dove il tramonto, il cielo stellato e l'alba sono stati da mozzare il fiato. Poi mi hai raccontato di un episodio strano che ti è capitato a Pamplona. Stavi cercando il posto perfetto per dormire, di nuovo all'aperto. Un signore di una settantina di anni, ti si è avvicinato facendoti segni strani con le mani. Tu, mi hai raccontato, non hai capito cosa volesse. L'hai salutato dicendo di non voler niente e hai continuato per la tua strada. Solo che andavate nella medesima direzione. Così, dopo qualche metro, la curiosità ha prevalso. E gli hai chiesto cosa volesse dire con quel gesto. In pratica ti aveva chiesto se volevi far sesso con lui. Io, a quel punto, son scoppiata a ridere, e non riuscivo a smettere. Mi hai guardato un po' storto, dicendomi che per te era stato un trauma. E mi hai chiesto se, secondo me, sembravi gay. Non volevi dare impressioni sbagliate. Io ti ho risposto di no, che non lo sembri, e che quel signore probabilmente si è detto "proviamoci, male che vada dirà di no". Ma aveva cmq il 50% di probabilità che gli rispondessi di si. Inoltre, ho aggiunto, ci sono molti etero che sembrano gay e molti gay che sembrano etero. Non devi prendertene a male. Dopo abbiamo disquisito dell'Italia (sei stato solo a Venezia con una tua ex) e della Slovenia (del meraviglioso lago di Bled e delle grotte di Postumia), del cibo, di arte, delle tappe e della gente incontrata fino ad ora. Abbiamo disquisito degli italiani (mi hai detto che ero la prima che conoscevi anche se ce ne sono 3000) del baccano che facciamo dovunque andiamo, di come gesticoliamo, e che ho un look e una carnagione da tipica italiana. Già da lontano avevi capito la mia nazionalità, hai affermato. Che siamo un popolo che si arrabbia facilmente e che non smettiamo mai di parlare. Quando siamo arrivati nei pressi di Logrono, ho sentito che le mie caviglie non ne potevano più. Già avevo ipotizzato di fermarmi molto prima, ma chiacchierare con te era troppo piacevole per rinunciarci così presto. E poi, diciamocelo, eri anche figo. Ci siamo salutati con una stretta di mano, un "é stato un piacere conoscerti e fare un tratto di cammino insieme" ed un "magari ci ritroviamo più avanti, chissà". Il tutto contornato da dei grandi sorrisi. Io, vorrei tanto incontrarti di nuovo. Ma temo con i tuoi 40 km al giorno sarà un'impresa difficile. Chissà, magari vengo per puro caso a Lubiana...chissà. Intanto, buen camino, peregrino.

 
 
 

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