Pamplona - Puente la Reina

Pamplona - Puente la Reina

Quarta tappa. A circa metà percorso passo per il famoso "Alto del Perdon", che, a dirla tutta, me l'immaginavo molto più alto di quel che è. Qui, per la prima volta, si incontrano uno degli elementi costanti del cammino: le pale eoliche. Forse ho visto troppi film, o forse la mia immaginazione galoppa oltre misura, ma quando vedo una pala mi immagino sempre possa staccarsi da un momento all'altro e travolgere chi trova sul proprio "cammino". Forse è il caso di fermarsi. Il caldo mi sta dando alla testa. Il famoso monumento del pellegrino su questa "altura", eretto nel 1996 (ben 20 anni fa), reca incisa la frase "Donde se cruza el camino del viento con el de las estrellas" (Dove si incrocia il cammino del vento con quello delle stelle), a ricordo del vento che soffia su questa collina e della stella che indicò la tomba dell'apostolo Giacomo. Mentre faccio uno "spuntino" noto qualcuno che conosco, già incontrato le tappe precedenti. Mi avvicino per fare due chiacchiere. La prima domanda è sempre la solita: come stai? Ti fa male qualcosa? Questi primi giorni sono anche i più "duri", il corpo deve abituarsi ai nuovi ritmi. Dopo poco, però, decido di ripartire. Il caldo inizia a farsi sentire, ed ho ancora 10 km che mi aspettano. Arrivo a destinazione verso le 12, stanca e bisognosa di una doccia gelata. Alla reception dell'albergue municipale dove arrivo è esposto il cartello "non ci sono più letti disponibili". Perfetto, direi. Chiedo all'ospitalero se può indicarmi un albergue vicino che abbia posto. Mi risponde stizzito, senza darmi alcuna indicazione. Grazie tante, molto umano! Al che gli indico il cartello. "ahhhhhhh ma non siamo mica pieni, questo è di ieri!" Toglierlo, no? Mi rilasso, pregustandomi la doccia ed un bel riposino. Più tardi, nel caldo che sembra perdurare tutta la giornata, uscirò per scattare qualche foto e mangiare qualcosa. Durante il cammino si tende a dimenticarsi che giorno della settimana sia, ma me ne rendo subito conto mentre "esploro" il paesino. E' domenica, ed è tutto chiuso. Riesco, per fortuna, a trovare una "Tienda" dove mi compro un pacco di pasta e delle verdure da cucinare all'albergue. Torno indietro. Non riuscirò a farmi da mangiare che dopo un'oretta circa. Immaginatevi 20 persone in una cucina di tre metri per uno. Il marasma. Nell'attesa conosco M, italiano. Sta facendo il cammino insieme a R., toscano, di Siena. Fanno la prima parte, da SJPDP a Leon. Hanno già fatto da Leon a Santiago. Chissà perchè questa strana scelta. Come molti di quelli che ho incontrato, afferma che sono coraggiosa a farlo da sola, che chi è "solo" di solito tende ad unirsi in piccoli gruppi subito, dopo pochi km o tappe. Chiacchieriamo ancora un po', poi finalmente è il mio turno in cucina. Qui, un gruppo di asiatici, mi guarda di traverso. Non hanno mai visto qualcuno che cucina della pasta? Dopo capisco. Aprono dei noodles, in barattolo, da "scaldare". Mi chiedono se voglio favorire. Nego. Preferisco la mia pasta, grazie. La cucina sembra una sauna, e non si paga il biglietto! Goduria pura. Più tardi, infatti, decido di farmi l'ennesima doccia gelata. Anche la camerata sembra un forno. Rimpiango quasi il freddo di Roncisvalle. Quasi. Accanto a me, una coppia dorme abbracciata nel medesimo letto. Chissà come. Sono quasi tentata di andare a dormire fuori. Poi, fortunatamente, riesco a prender sonno. E nessuno russa. E' già un traguardo.

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