Pamplona
- pasoapaso6
- 20 gen 2017
- Tempo di lettura: 2 min

Pamplona. Terza tappa. Era da tanto che volevo visitare questa città, famosa per l'Encierro la corsa dei tori della fiestas de San Fermín. Finalmente ho l'occasione di farlo. L'arrivo nel centro storico mi ricorda la mia adorata Lucca, con le sue mura a "proteggere" il suo contenuto. A tratti mi chiedo se non abbia sbagliato strada e sia tornata, davvero, di nuovo in Toscana. Ovviamente vengo presto smentita. Di differenze ce ne sono, eccome. Come è ovvio che sia, molto ruota intorno alla festa, ad ogni angolo ci sono botteghe con gadget legati alla corsa. Son curiosa di vedere il percorso che queste povere "creature" percorrono in questa festa. Dalle immagini televisive sembra lungo, invece non sono molti metri. Sono matti da legare comunque, lungo o corto che sia. Ogni mattina, per 7 giorni, i tori vengono "trasferiti" dal recinto dove hanno passato la notte prima dello spettacolo fino all'interno dell'arena dove si svolgerà la corrida, a 825 metri di distanza. Qui a Pamplona, come in altre cittadine spagnole ma meno conosciute, non si tratta di una semplice operazione pratica, ma di un vero e proprio spettacolo popolare (ed ormai conosciuto a livello internazionale) al quale gli appassionati (ed ora sempre più turisti) prendono parte correndo insieme ai tori. Il tutto non dura che pochi minuti, ma il tempo conta relativamente; la possibilità di uscirne feriti sono sempre molto alte. Addirittura, cosa che non sapevo, lo scrittore Ernest Hemingway fu tra le persone che contribuirono a pubblicizzare l'evento mediante il suo libro Fiesta ( uscito nel 1926). Certo, la fiestas non è solo l'Encierro, ma sicuramente è l'evento più atteso. Girovago un po' per la cittadina. Non so, ma me l'immaginavo diversa. Forse, dentro di me, ne rimango un po' delusa. Una scoperta piacevole sarà, però, l'arte che gravita intorno a questa città. Saracinesche, campane del vetro, murales, ed un clima di festa me la farà un po' rivalutare. Mi reco alla Ciutadela, fortificazione militare in stile rinascimentale anticamente usata per scopi difensivi, che vanta un ampio spazio verde. Qui, in questo enorme giardino, noto qualcosa di speciale. Intorno agli alberi ci sono delle "costruzioni" con rami di alberi intrecciati, dove possono giocare i bambini. La più grande di queste ha un varco e non solo le solite scalette da cui possono accedere tutti. Ha un varco da cui anche un bambino abile diversamente dagli altri, può accedervi. Questa immagine mi scalda il cuore. Ecco la bellezza. Umanità.
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