Incontro con S.
- pasoapaso6
- 12 gen 2017
- Tempo di lettura: 3 min

Ci siamo incontrati gli ultimi chilometri prima di arrivare a Roncisvalle. Li abbiamo percorsi insieme, discorrendo di tante cose. Io, spesso, inciampavo con il mio inglese-arrabattato, tu mi aiutavi quando non trovavo le parole. Vivi ad Amburgo, ma hai origini russe, da lì il tuo nome, S. Hai un fratello minore di 3 anni, con cui spesso ti azzuffavi da piccolo (chi non l'ha fatto, tra fratelli e sorelle?). Per 5 km non abbiamo fatto altro che parlare, ridere, mangiare banana chips (che hai assaggiato ed apprezzato per la prima volta), sognare di cenare o di farsi una doccia. Abbiamo parlato della mia passione per la fotografia, dell'Italia (in particolare di Roma, visto l'hai visitata) e ti ho suggerito le città che devi assolutamente vedere nel caso tu ci tornassi. Addirittura son riuscita in qualche modo bizzarro a dirti di Pompei!! Abbiamo disquisito degli incontri avvenuti quel primo giorno, dei dolori muscolari, dei ginocchi che rischiavano di partire per la ripida discesa, del camino e delle tradizioni. Mi hai chiesto cosa volessero dire la striscia bianca e quella rossa, quelle che segnano i sentieri. In Germania, hai affermato, non esistono. Una volta arrivati a Roncisvalle abbiam fatto la fila all'ospitale insieme, un'ora e mezza circa, con il timore non ci fosse posto. Sicuramente, ci aveva detto un volontario del posto, sarebbe stato difficile cenare: gli unici 2 ristoranti erano pieni e il paesino più vicino era a 4 km. Hai visto le macchinette automatiche e ti sei preso una "lasaña napolitana" (lasagna napoletana). Insomma come dire una "pizza ligure" o un "cannolo piemontese". Mi hai chiesto se volevo qualcosa, che mi avresti tenuto tu, questa volta, il posto in fila. Ti ho risposto che semmai avrei preso qualcosa dopo. Ho aspettato, sperando di trovar qualcos'altro. Ed ho fatto bene. Poco dopo, infatti, ho ritrovato dei ragazzi italiani e tra un "andiamo a bere e guardiamo se si trova qualcosa da mangiare" abbiam trovato posto ad uno dei due ristoranti, menù del pellegrino, 10 euro. La pasta era scotta, la mia minestra nulla di che, ma qualunque cosa sarebbe stata meglio della tua lasagna. Dopo aver trovato da dormire nei container, ti ho perso di vista. Forse sei andato a fare un giro, o forse sei andato direttamente a dormire, non so. Stamattina non ci siamo incrociati, immagino tu sia partito molto prima di me. Spero di ritrovarti lungo il camino, avrei voluto salutarti. Comunque vada, se le nostre strade si incroceranno di nuovo o meno, ti auguro buen camino, peregrino. Mi ha fatto piacere fare la tua conoscenza.
Da quel primo giorno ci siamo incontrati spesso, io e te. Siamo stati uno la costante dell'altro. Addirittura qualche tappa dopo mangeremo insieme una bella amatriciana, cucinata da me, ovviamente, in compagnia di due coreane. Due ragazze che mi avevano preso "in giro" qualche minuto prima perché era il secondo giorno di seguito che mi vedevano mangiar pasta. Le ho lasciate a bocca aperta! (anzi a bocca piena!) Ci siamo ritrovati spesso a fare dei tratti insieme, e nei medesimi albergue. Sei stato un volto amico ed una costante piacevole. L'ultimo saluto ce lo siamo scambiati a Santiago, davanti la cattedrale, dove ho scoperto che in realtà ti chiami A. (che non ci incastra assolutamente nulla con S.). Ti ho visto più sereno e tranquillo. E' stato un piacere fare dei tratti insieme a te, senza "impegno", senza forzature, solo per scambiarsi due parole. Chissà, forse un giorno ci rivedremo, forse no. Intanto, Buen camino della vita, amico mio.
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